Milano, 6 marzo 2017

Cari Amici,
in questo terzo appuntamento vi presentiamo alcune delle personalità incontrate durante la lunga e gloriosa carriera del maestro Arturo Toscanini.

Un caro saluto
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I Miti e i grandi incontri

La vita frenetica di Toscanini attraversa periodi storici estremamente drammatici: la Grande Guerra, l’avvento del fascismo e del nazismo e la Seconda Guerra Mondiale. Periodi tuttavia segnati dalla presenza di grandi personalità musicali, letterarie e artistiche, con le quali Toscanini stabilisce dei rapporti di lavoro e di amicizia: una folla di persone eterogenee, musicisti, colleghi, cantanti, collaboratori, ammiratori, tutti inevitabilmente attratti dal suo magnetismo.
Vogliamo tuttavia segnalare alcune riflessioni relative ad alcuni incontri particolari, quasi mitici, con le musiche di tre grandi compositori, Beethoven, Wagner e Verdi, che toccarono profondamente la sua sensibilità musicale.
Nel 1953, dopo aver diretto per l’ultima volta la Missa Solemnis, scrisse a un amico, riferendosi a Beethoven:
“Se potessi raggiungere, con il mio entusiasmo e la mia adorazione per quel santo, qualche cosa di degno, sarebbe il più grande premio per la mia lunga, troppo lunga vita artistica.”

“Il mio primo incontro con la musica di Wagner risale al 1878-79, quando ascoltai l’Ouverture del Tannhauser […] e ne fui sbalordito. […] Nel 1884 Parma fu la prima città italiana in cui venne rappresentato il Lohengrin […]. Io ero nell’orchestra, e fu allora che presi piena coscienza del genio di Wagner. Fin dalla prima prova, o meglio fin dalle prime battute del Preludio, fui pervaso da sentimenti magici, sovrannaturali: quelle armonie celestiali mi rivelarono un mondo nuovo, un mondo della cui esistenza nessuno aveva la più pallida idea prima che il genio trascendente di Wagner venisse a scoprirlo.”

L’ammirazione per Verdi nasce già negli anni giovanili: nel 1887 Toscanini, allora violoncellista nell’orchestra del Teatro alla Scala, dopo una rappresentazione di Otello diretta dallo stesso Verdi, assistette al grande successo dell’opera, acclamata con fanatiche ovazioni. Il ventenne Toscanini tornò a casa di corsa e svegliando la madre gridò:
“Mamma, Verdi è un genio. In ginocchio davanti a Verdi. In ginocchio davanti a Verdi!”